martedì 17 novembre 2020

CORONAVIRUS - COME AFFRONTARE QUESTO MOMENTO

 

CORONAVIRUS

COME AFFRONTARE QUESTO MOMENTO

di  Domenico  Conversa

 

 

Questo è un momento della nostra vita molto difficile. Il covid ci sta buttando in faccia una realtà che non avevamo mai pensato di affrontare. Ci sentiamo spaventati e indifesi contro un nemico invisibile. Tante nostre certezze che avevamo e su cui ci eravamo appoggiati si stanno disfacendo. Il momento è estremamente critico.

Mi sono chiesto cosa possiamo fare per affrontare tutto questo e per superare questa condizione di impotenza.

La cosa fondamentale è accettare e accogliere questa criticità, questa situazione in cui ci troviamo. Non possiamo cambiarla ma possiamo trasformare il modo in cui la percepiamo osservandola e comprendendola.

Molte persone sono terrorizzate dal fatto che il covid possa farli ammalare e far ammalare i loro cari. Altri sono spaventati dalle restrizioni alle libertà personali. La domanda e se queste paure possono essere gestite. Quale è il giusto peso da dare a queste preoccupazioni? Perché è giusto preoccuparsi ma dobbiamo stare attenti a non ingigantire i problemi. La televisione e i social sicuramente non ci aiutano in questo. Al loro interno troviamo tutto e il contrario di tutto, confusione e un allarmismo ingiustificato.

Al riguardo vorrei proporre due libri che contengono utili consigli e ottimi spunti di riflessione.

- Il primo è “La trappola della felicità” di Russ Harris (medico, psicoterapeuta e specializzato in gestione dello stress). Questo libro parla di come poter prendere coscienza dei meccanismi mentali che ci tengono prigionieri e che ci fanno soffrire. Al fine di diventare veramente liberi di scegliere e di agire per il nostro meglio. L’autore del libro parte però da un presupposto importante. Nella società occidentale del benessere sembriamo tutti stressati, depressi e insoddisfatti. Siamo perennemente in lotta e perennemente sconfitti dato che il controllo che abbiamo sui nostri pensieri ed emozioni è in realtà minimo. Ci ritroviamo molto spesso spossati, frustrati, delusi di sé e della propria esistenza. Ogni anno circa il 30% della popolazione adulta soffre di un disturbo psicologico riconosciuto. Attualmente la depressione è la seconda malattia al mondo in termini di frequenza, costi ed effetti debilitanti. Un adulto su quattro è dipendente dall’alcol o da altre sostanze. Una persona su dieci tenta il suicidio. Non è un bel quadretto della nostra società della conoscenza. Si dice che oggi si sta molto meglio rispetto alla generazione dei nostri nonni. Sicuramente per alcuni aspetti questo è vero. Il tenore di vita si è alzato, tante comodità sono oggi possibili. Ma a quale prezzo? Quale è il prezzo che stiamo pagando per le nostre comodità?

In tutto questo malessere sociale è arrivato anche il covid con le sue proiezioni di paura e angoscia. Se eravamo in una condizione di estrema fragilità interiore, con la preoccupazione del covid questa nostra debolezza è aumentata a dismisura.

Quando si è fragili, spaventati, confusi e con poca coscienza di sé, è molto facile affidarsi a false informazioni, costruire pensieri e immagini che alterano la realtà e che ingigantiscono i problemi e le nostre paure. Poi cosa succede. Abbiamo così tanta voglia di scappare via dalla sensazione di angoscia che ci affidiamo alla prima informazione credibile che ci possa dare sicurezza, alcune certezze, correndo così il rischio di affidarci a qualcosa di sbagliato.

Mai come in questo momento è urgente intraprendere un percorso personale interiore per comprendere meglio noi stessi per affrontare in modo efficacie questa difficile situazione e il libro “La trappola della felicità” può darci utili consigli.

- L’altro libro di cui vorrei parlare e prendere qualche spunto di riflessione è “L’uomo a una dimensione” di Herbert Marcuse. Questo libro risponde alla domanda che il libro di prima implicitamente formula e a cui non risponde: perché le persone della società occidentale sono così stressate, depresse e insoddisfatte?

Secondo l’autore noi ci aggrappiamo a dei bisogni che ci allontanano da noi stessi, dalla nostra vera natura. Li definisce bisogni falsi. E questo è dovuto alla modalità con cui la società industriale produce e distribuisce i beni di consumo che per noi sono diventati essenziali. Tendiamo così a identificarci con i beni che acquistiamo. Ci comportiamo e consumiamo in accordo con gli annunci pubblicitari, amiamo e odiamo ciò che altri amano e odiano, consumiamo e alimentiamo lo spreco, modi di rilassarsi che ci instupidiscono, basta che intratteniamo il nostro tempo libero, non è importante come. Questi bisogni vengono dettati e determinati dall’esterno, c’è pochissimo spazio per l’autonomia e il pensare critico. Cerchiamo la nostra libertà dentro una schiavitù tecnologica. Questi falsi bisogni ci rendono cechi, non riusciamo così a trovare i nostri veri bisogni e la nostra reale soddisfazione e felicità. Siamo bombardati ogni giorno e in tanti momenti della giornata da tantissimi stimoli esterni tanto che iniziamo a pensare per sentito dire e non con la nostra testa. Per Marcuse l’individuo della società moderna accetta acriticamente lo stato delle cose così come appaiano e non riesce a riconoscere le contraddizioni del controllo sociale operato dall’alto.

Chiaramente la televisione è il mezzo che più orienta i nostri stimoli e la nostra coscienza. Con la televisione noi ci informiamo, ci intratteniamo, diventiamo le persone che siamo in questo momento.

Al riguardo della televisione riporto le parole di Pier Paolo Pasolini in merito a quello che egli pensava nel lontano 1971:

La televisione è un medium di massa e come tale non può che alienarci e mercificarci. Nel momento in cui qualcuno ti ascolta nel video ha verso di te un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico

Il messaggio che voglio trasmettere è comunque, nonostante tutto, di speranza, coraggio e determinazione.

Questo periodo è un’ottima occasione per fermarci e riflettere su noi stessi e sulla nostra vita. Migliorarla non nella quantità ma in qualità. Distinguere i falsi bisogni da quelli veri e veramente utili per noi è fondamentale. Iniziamo a tralasciare quello che è superfluo e occupiamoci di più delle nostre relazioni, dei nostri affetti, della nostra salute fisica e mentale. Queste sono oggi, in questo dato momento le uniche cose che possiamo cambiare e migliorare sin da subito, il resto è solo tanto rumore in sottofondo.

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