venerdì 11 settembre 2020

Mascherine e Tamponi sono necessari?

 

Mascherine e Tamponi sono necessari?

 di

 Domenico Conversa

 

 Attualmente è da considerare trattamento sanitario non solo quello che ha lo scopo di curare un processo morboso in atto, o quello di natura riabilitativa che mira a ristabilire le funzionalità biologiche, ma altresì ogni intervento che abbia lo scopo di prevenire l’insorgere di processi morbosi o di alterazione del complesso equilibrio psicofisico della persona.

Alla luce di ciò, l’utilizzo della mascherina e del tampone nasofaringeo possono essere considerati a tutti gli effetti come trattamenti sanitari. Il primo nella misura in cui altera inevitabilmente il nostro equilibrio psicofisico soprattutto se il suo utilizzo viene prolungato nel tempo; dalla riduzione dell’apporto di ossigeno al mascheramento delle nostre e altrui espressioni facciali quale elemento fondamentale per la comunicazione umana. Il secondo per il suo utilizzo invasivo atteso che il tampone deve essere inserito in profondità in una delle narici fino al nasofaringe posteriore.

Pertanto, essendo trattamenti sanitari devono sottostare alla legge n. 217 del 2019 al cui articolo 1, comma 1, stabilisce che: “La presente  legge, nel  rispetto  dei  principi  di  cui  agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e degli  articoli 1, 2  e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, tutela  il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione della  persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge.”

Al momento nessuna legge prevede l’obbligatorietà (nel senso di coercizione fisica) dell’utilizzo di mascherina e tamponi. Infatti, l’art. 32 della Costituzione stabilisce espressamente che solo una legge potrebbe imporre un trattamento sanitario e che tale legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. In Italia è previsto solo un caso di trattamento sanitario obbligatorio in materia psichiatrica e che in ogni caso deve sottostare ad un procedimento ben stabilito a tutela del rispetto dell’integrità psico-fisica della persona. Inoltre, ogni trattamento sanitario abbisogna del consenso informato di colui che lo riceve affinchè tale trattamento sia legittimo, in assenza del quale nessuna attività medica può essere avviata o anche proseguita. Questo statuisce il principio generale dell’indisponibilità del proprio corpo. L’unico che può disporre del proprio corpo è il soggetto stesso. Nessun altro.

Il consenso potrà definirsi veramente informato, ovvero pieno e consapevole, solo nella contingenza del trattamento sanitario da affrontare, in quanto, solo dinanzi a tale evento sarà venuto a esistenza un quadro clinico dettagliato nei confronti del quale, efficacemente, potranno essere illustrate terapie, alternative e complicazioni.

Venendo all’analisi dell’utilizzo delle mascherine e del tampone è bene chiedersi cosa dice al riguardo la stessa scienza attraverso fonti ufficiali.

Per quanto riguarda le mascherine si prenderà ad esame la guida dell’OMS del 06/04/2020 dal titolo Consigli sull’uso di mascherine nel contesto di COVID-19. L’OMS inizialmente specifica che “le prove attuali suggeriscono che la maggior parte delle malattie viene trasmessa da casi sintomatici confermati in laboratorio.”

Se ne conviene che l’uso della mascherina al fine di evitare e ridurre i contagi debba essere indossata solo ed esclusivamente da soggetti che presentano sintomatologia.

Successivamente, sempre nel documento richiamato, l’OMS determina quanto segue: “attualmente non esiste prova che indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di persone sane in un contesto comunitario più ampio, compreso il mascheramento comunitario universale, può impedire loro di infettarsi da virus respiratori, incluso COVID-19.” Ed ancora “Come descritto sopra, l’ampio uso di maschere da parte di persone sane nell’ambiente della comunità non è supportato da prove attuali e comporta incertezze e rischi critici.”

L’OMS si è anche espressa in merito all’uso delle mascherine per bambini con un documento del 21/08/2020. In questa guida, nella parte in cui si discorre sulle prove disponibili, l’OMS sottolinea che “Attualmente, la misura in cui i bambini contribuiscono alla trasmissione di SARS-CoV-2 non è completamente compresa. Secondo il database di sorveglianza globale dell'OMS dei casi confermati in laboratorio, sviluppato dai moduli di segnalazione dei casi forniti all'OMS dagli Stati membri e altri studi, l'1-7% dei casi di COVID-19 è riferito tra i bambini, con relativamente pochi decessi rispetto ad altri gruppi di età. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha recentemente riportato la distribuzione per età di COVID-19 tra i bambini nell'Unione europea (UE), nello Spazio economico europeo (SEE) e nel Regno Unito (Regno Unito); hanno riferito che al 26 luglio 2020, il 4% di tutti i casi nell'UE / SEE e nel Regno Unito erano bambini.” Sui potenziali rischi dell’uso delle mascherine da parte dei bambini l’OMS richiama fattori come calore, irritazione, difficoltà respiratorie, disagio, distrazione, bassa accettabilità sociale e scarsa vestibilità della maschera. Pertanto, secondo L’OMS “I vantaggi di indossare maschere nei bambini per il controllo di COVID-19 devono essere valutati rispetto ai potenziali danni associati all'uso di maschere, compresa la fattibilità e il disagio, nonché le preoccupazioni sociali e di comunicazione.”

In riferimento al tampone nasofaringeo verrà con questo scritto analizzata la relativa scheda tecnica e precisamente l’istruzione per l’uso del tampone Xpert Xpress SARS-CoV-2 della GeneXpert. E’ interessante portare all’attenzione il fatto che il tampone, da solo, non è assolutamente uno strumento diagnostico e che il risultato non può essere utilizzato per determinare la positività o negatività al Covid-19. Al riguardo, la scheda tecnica precisa che “I risultati servono per l’identificazione dell’RNA del SARS-CoV-2. I risultati positivi sono indicativi della presenza di RNA del SARS-CoV-2; ciò nonostante, per determinare lo stato di paziente infetto è necessaria la correlazione clinica con l’anamnesi e con altri dati diagnostici del paziente stesso. I risultati positivi non escludono la presenza di infezioni batteriche o di infezioni concomitanti da altri virus. L’agente rilevato potrebbe non essere la causa concreta della malattia. I risultati negativi non escludono un’eventuale infezione da SARS-CoV-2 e non devono essere usati come unica base per il trattamento o per altre decisioni riguardanti la gestione dei pazienti. I risultati negativi devono essere accompagnati da osservazioni cliniche, anamnesi del paziente e informazioni epidemiologiche.”

Le informazioni sopra indicate sull’uso della mascherina e del tampone devono essere trasmesse dal personale sanitario ad ogni singolo cittadino prima del loro utilizzo. Il cittadino ha il diritto di conoscere sia i benefici che i rischi di tali trattamenti e il loro grado di efficacia. La mancata o non corretta comunicazione di queste informazioni rende illegittimo il trattamento sanitario stesso con conseguente violazione del diritto di autodeterminazione dell’individuo e risarcibilità del danno subito in tal senso.

Si confida affinchè le istituzioni e i mezzi di informazioni, che da mesi erroneamente indicano il tampone quale mezzo per determinare la positività al Covid-19 e la necessità per le persone asintomatiche di indossare la mascherina, comprenderanno l’effettiva realtà sanitaria rettificando le pubbliche informazioni.  

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