Ci sono tre principi:
1) La tolleranza alla disinformazione deve essere direttamente proporzionale all'ignoranza della popolazione su quel dato argomento;
2) Il messaggio che viene costruito deve essere credibile. Non è importante che sia vero, l'importante è che faccia leva sulle nostre emozioni e sui nostri pregiudizi. Le tecniche utilizzate maggiormente sono l'insinuazione e la colpa per associazione;
3) Il messaggio deve essere semplice, conciso e facile da ricordare. Deve ridurre problemi complessi a raccontini semplici perchè deve far leva su due cose: deve salvaguardare la nostra autostima, cioè deve proteggere dal timore che il problema possa essere effettivamente al di là della nostra comprensione e deve assolutamente alimentare il nostro ego, cioè ci deve dare la sensazione in pochissimo tempo di aver capito tutto del problema.
L'operazione di disinformazione può dirsi perfettamente riuscita, non solo quando si crea nel pubblico una sorta di carattere psicotico per cui non riesce più a distinguere ciò che è vero dal falso, quando soprattutto riesce a creare il così detto effetto valanga, ossia quando è riuscita a trasformare il disinformato in disinformatore inconsapevole.
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